“Ci sono film che non si vedono su di uno schermo. Ci sono scene che sei obbligato a vivere e sulle quali non puoi chiudere gli occhi. Che ti porti dentro e che riaffiorano nei momenti di quiete, oppure, portate da una scintilla casuale. Ogni vita per miserevole che sia è l'unico vero film del quale saremo mai attori e registi. Nel quale non sempre riusciremo a decidere ruoli e finali ma che porteremo sempre con noi, impresso nella memoria più profonda, unica ed esclusiva. Nessuno potrà interpretarci né leggerci bene quanto potremo fare noi stessi che siamo i soli ad avere la visione più ampia e totale delle cose. Il nostro pianto, il nostro dolore, rimangono incisi più a fondo di qualunque altra gioia perché è solo da questi che può nascere la forza di reagire. La nostra carezza più intima sarà il ripercorrere questi fatti scandalosi o tragici con la tenerezza di chi segue fatti destinati ad essere, con la sola certezza che siano inevitabili. Essere per continuare ad essere.”

sabato 6 luglio 2013

La Grande Bellezza


Di Paolo Sorrentino
Italia, 2013
Colore, 142’

Jep Gambardella è uno scrittore ma soprattutto il più famoso mondano di Roma. Fascinoso, indolente e sornione, cinico e disincantato verso il mondo, deluso dalla ricerca di quella Grande Bellezza che sembra non esser riuscito a catturare. Nella frequentazione di amici vecchi e nuovi esprime il suo pensiero sullo sfondo della gioventù perduta.
Ambientato in una Roma contemporanea tanto bella quanto decadente, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, presentato a Cannes e candidato sia alla Palma D’oro che al Nastro D’Argento è un’opera controversa più ricca visivamente che di spessore. Benchè  metta alla berlina le istituzioni e la società del benessere nel tentativo di scardinarle dai loro falsi apparati, manca del sapore al quale l’autore ci ha abituati sin dai tempi de “L’uomo in più”. Pur avvalendosi della partecipazione di celebri  personaggi dello spettacolo  fra i quali Sabrina Ferilli nel ruolo di Ramona, Carlo Verdone in quello di Romano,  Antonello Venditti e Fanny Ardant  in quello di loro stessi e molti altri ancora, ci si interroga sul senso della pellicola. Il significato non è così immediato ma non si tratta allo stesso tempo di una pellicola criptica; sembra piuttosto di trovarsi di fronte ad un’esercizio di stile mal riuscito. Toni Servillo è l’istrionico protagonista che esplode nella scena  del 65° compleanno ma non basta a sdoganare un film pretenzioso che alterna sequenze narrative a fotografie d’arte evocando film più celebri senza averne la stessa patina. Se la burrosa Serena Grandi ricorda La Gradisca di Amarcord, Sabrina Ferilli ci viene presentata rubando la scena dello spogliarello a Flashdance. Sebbene la fotografia sia magistrale, non basta a indorare una pellicola troppo lunga che appesantisce il curriculum di un regista molto amato.
Una tiratina d'orecchie per la regia della scena del compleanno di Jep copiata pedissequamente allo stile Baz Lhurman.

Inutile.